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Il misterioso caso del nome sull'armadietto.

Una volta avevo un direttore che era un ragazzo molto pignolo. Uno di quelli talmente pignoli da venirti quasi a spiegare anche come andare correttamente  in toilette.
Aveva una sua tecnica per tutto e credeva che fosse il solo modo di fare le cose.
Una volta, ricordo,  ha cercato persino di insegnarmi a passare la scopa sul pavimento.
"I mucchietti di sporco non si fanno qui, si fanno lì".
Ricordo di essermi irrigidita, perchè - concetto già ribadito - quando già  vivevo sola lui ancora giocava a misurarsi il pisello con il righello, ergo non penso proprio che possa venire ad insegnarmi a spazzare un dannato pavimento. Poi mi sono detta "lascia stare..".
Perchè a volte lo sconforto per l'idiozia umana prende il sopravvento persino sulla rabbia ancora calda.

Inoltre era un etichettatore. Etichettava tutto, se avessimo avuto una di quelle vecchie etichettatrici manuali a nastro avrebbe etichettato anche quella. Non c'era oggetto che non avesse un post it descrittivo sopra o, nei casi permanenti, una bella etichetta stampata ex novo dai suoi adorati fogli excell.
Un esempio eclatante di questa mania compulsivo-ossessiva erano i nomi sugli armadietti. Non appena c'era una sostituzione, strappava il nome del vecchio collega e ci appiccicava sopra una targhetta adesiva col nome nuovo in attesa di stamparlo al computer. Quando arrivai io fece la stessa cosa, staccò il nome dell'ex collega e mi fece una bella targhetta adesiva con in nome scritto a penna con pessima calligrafia. Faceva un po' stacco perchè era l'unico nome a non essere stampato in ordinati caratteri New Times Roman.

Che tra noi vi fosse un certo scontro caratteriale era palese ad entrambi, ma la differenza tra un adulto ed un ragazzino sta nel sapere come gestire le proprie idiosincrasie in base alle circostanze. Motivo per cui ho sempre cercato di limitarmi a rispondere alle sue continue provocazioni sono in casi strettamente necessari.
Un giorno, evidentemente seccato dalla mia indifferenza, decise di darmi un segnale.
Nello spogliatoio i nomi provvisori scritti a penna sugli armadietti erano arrivati a quota tre, causa l'arrivo di due colleghi nuovi. Entrando nello stanzino quella mattina però non feci a meno di notare che tutti gli sportelletti, in genere semi chiusi o aperti, erano stati tutti maniacalmente chiusi e spiccavano come pezzi di argenteria nuova tutti i nomi, ristampati ad hoc su carta lucida, in elegante carattere New Times Roman.
Tutti, tranne il mio.
Sullo sportello del mio armadietto ancora campeggiava la vecchia scritta a penna con pessima calligrafia,
su targhetta di carta adesiva:  Barbara R.

Siamo tutti un pò bambini. Qualcuno però,  lo è di più.