C'è un momento nella vita in cui non ne puoi più di tenere la
bocca chiusa, di sottometterti, di subire e così decidi di
frantumare a terra il tuo personale vaso di pandora e lasciare che
tutti i "mali" vengano fuori.
I miei cocci sono tutti sul pavimento da un po', cioè da
quando ho deciso che condividerò con voi non più soltanto le
avventure con i clienti (che continuano a farmi impazzire) ma anche
quelle con i colleghi, i capi, l'azienda...perchè parliamoci francamente, non è di certo solo colpa di qualche folle che viene a fare shopping se noi commesse rischiamo l'esaurimento ogni giorno. Spesso ci si mettono anche le persone con le quali lavoriamo. E poi ci sono alcuni argomenti che sarebbe ipocrita non trattare, e che riguardano molto più colleghi e superiori che i clienti.
Argomento spinoso 1: LA MALATTIA
Partiamo dal presupposto che un dipendente malato automaticamente diventa un nemico e va punito al rientro. Se non rientrate in questa casistica ritenetevi fortunati, molto fortunati.
Non ha importanza l'entità "del guasto", nulla vi salverà dall'essere considerati dei malati immaginari.
Ma il problema non è tanto il dubbio: personalmente ho lavorato con gente che tra un certificato e un altro, se ha totalizzato 6 mesi di lavoro in 4 anni è anche tanto. Del resto i furbi della situazione ci sono sempre, sono un dato di fatto e non sono pochi.
Il problema è costituito dai precedenti, che devono pur significare qualcosa.
Esempio pratico:
lavori da alcuni anni in un'azienda a cui hai dato prova nel tempo del tuo senso di responsabilità e dovere. Ti capita di stare male qualche volta, perchè sei comunque un essere umano, eppure fai di tutto per non portare certificati finchè proprio non sei immobilizzato a letto. A volte ti capita persino di prendere le ferie per curarti, tutto con lo scopo di non creare troppi scompensi perchè sai quanto un'assenza possa scombussolare i turni e le giornate di un intero gruppo di persone. Per non parlare poi di quella specie di senso di colpa che ti pervade e che non riesci a mandar via per tutto il tempo della degenza, manco avessi voluto ammalarti di proposito. Insomma hai un buon numero di circostanze in cui hai dimostrato che non basta un'influenza per tenerti braccata in casa quindi credi che nessuno avrebbe motivo di dubitare di te.
Sbagliato!!!
Non importa quanto tu possa dimostrare che sei una persona seria e fidata , devi anche essere indistruttibile. E se ti ammali sicuramente è perchè stai facendo dispetto a qualcuno.
Questa è la prassi e come detto prima, se non vi siete trovati almeno una volta nella vita in questa spiacevole situazione avete avuto un gran...
La punizione varia in base all'ambiente intorno. Se siete in un ambiente ostile...ahi! Non vi invidio proprio. Già vedo gli sguardi insofferenti di chi ha dovuto scombussolare le sue giornate per colpa vostra, i finti convenevoli di qualcuno che in realtà vi ha odiati profondamente in quei giorni (ma tutto sommato un minimo vi comprende), le battutine che si sprecano... qualcuno neanche vi risponde al saluto.
Ma non è questo il dazio da pagare. Perchè la vera pena ti verrà inflitta secondo la legge dantesca del contrappasso!
Hai beccato quella malefica influenza che ha steso tre quarti di Italia? Bene, il tuo compito di oggi sarà fare qualunque cosa ti farà prendere freddo e gelo. Ti sei rotta un piede?? Cammina su e giù per 8 ore. Colpo della strega? Alzati, abbassati, piegati purchè tu non stia ferma e dritta.
Così mi chiedo : a chi? A chi lo fate il dispetto se io mi ammalo di nuovo e devo stare altri 5 giorni a casa? Pensate davvero che TUTTI si divertano a darsi malati solo perchè c'è realmente qualcuno che lo fa?
E ancora: ma non avete niente di meglio e più importante da fare che stare a perdere tempo ad escogitare come mettere in difficoltà i vostri colleghi, quelli stessi senza dei quali molti di voi non sarebbero neanche dove sono?